Categorie

lunedì 28 gennaio 2013

La cultura ebraica in mostra alla Casa del Parco

Il trionfo della vita nelle foto di Giorgio Speciale


Come vi avevamo già segnalato è da oggi visitabile, presso la Biblioteca Casa del Parco, la mostra fotografica "Momenti di vita ebraica" realizzata da Giorgio Speciale e curata dall'associazione "Il Melograno" con il patrocinio del Comune di Formello, che rimarrà allestita fino al 7 febbraio.
Le foto esposte, trenta dei sessanta scatti originali, oltre a catturare alcuni momenti liturgici all'interno delle sinagoghe, hanno il merito di cogliere sapientemente attimi di quotidianità del presente, immortalando istanti di feste celebrate con semplicità nel privato e scene di vita intrise di autentica gioia.

Come sottolineato dal Presidente dell'associazione "Il Melograno", Giovan Battista Brunori, presente all'inaugurazione di "Momenti di vita ebraica", alla base della mostra c'è il tentativo di "rendere onore a chi - dopo aver perso genitori, parenti, amici - eroicamente ha continuato a tenere fede alle proprie convinzioni religiose o laiche, facendo prevalere la vita oltre l'abisso del genocidio. Perciò mostrare, come ha fatto con grande professionalità Giorgio Speciale, che la vita è stata più forte della morte è la dimostrazione che il delirante progetto nazista non è riuscito - fino in fondo - nel suo intento".

Da sinistra la scrittrice Lia Tagliacozzo,
la responsabile della Casa del Parco Giovanna Micaglio,
l'autore delle foto in mostra Giorgio Speciale e
il Presidente del "Melograno" Giovan Battista Brunori
Desiderio del giovane e promettente fotografo è dunque trasmettere un messaggio rivolto tanto alla comunità ebraica quanto a quella cristiana, al credente come al non credente, che comunichi la necessità di coniugare la commemorazione dei dolorosi avvenimenti del passato con la valorizzazione di "quanto di allegro e positivo continua a esserci ancora oggi".
Consapevole dello stretto legame esistente tra il mondo cristiano e la cultura ebraica, Giorgio Speciale si è interessato alla vita di quelli che Giovanni Paolo II chiamò i nostri "fratelli maggiori" per perseguire due nobili intenti, ossia "il dovere di ricordare, ma anche il desiderio di dare un impulso al dialogo".

Dal canto nostro possiamo attestare il raggiungimento di tale obiettivo, in quanto il messaggio veicolato attraverso l'immagine fotografica è stato perfettamente recepito da chi è intervenuto all'inaugurazione della mostra, cui poi ha fatto seguito la presentazione del libro "Anni spezzati" di Lia Tagliacozzo.

Nessun commento:

Posta un commento